Tra le centinaia di persone che venerdì scorso hanno partecipato all’iniziativa “Di Porta in Porta R/esistiamo in autogestione”, sono molte quelle che hanno pensato e detto: “Dovremmo farne di più di iniziative così”. Venerdì scorso, infatti, abbiamo saputo mettere in scena la nostra idea di città, occupando e risignificando contemporaneamente otto tra i suoi simboli più rappresentativi. Nulla di tutto ciò si sarebbe potuto dare senza la solidarietà attiva delle singole, dei singoli, dei collettivi e delle esperienze sociali autogestite che ci hanno sostenuto e con le quali abbiamo costruito la giornata: femministe, lesbiche, gay, trans, punk, ciclisti antifa, migranti, occupanti di case, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, palestre popolari, bande, mense autogestite, attiviste e attivisti #NoCIE. Soggettività diverse che con pratiche condivise, creative e affermative, hanno perseguito insieme un obiettivo comune: difendere Atlantide attraverso un’esposizione vivente delle tante r/esistenze che, malgrado tutto, continuano ad attraversare e rendere abitabile questa città, altrimenti spenta. Per noi si tratta del segno inequivocabile che, nonostante i limiti e le difficoltà, il percorso che abbiamo intrapreso è quello giusto.
E’ con questi sentimenti in corpo che abbiamo deciso di dichiararci disponibili alla proposta di un tavolo di confronto con il Comune e le associazioni che hanno “vinto” un bando palesemente costruito ad hoc per ostracizzare Atlantide fuori dalle mura della città.
Del resto, è da un anno e mezzo che diciamo che la matassa, poiché il bando sugli spazi che occupiamo e autogestiamo da 15 anni è il frutto di precise scelte politiche, deve innanzitutto essere sbrogliata dagli stessi attori politici responsabili di quel bando e non può essere delegata alla Questura di Bologna. L’abbiamo scritto e detto in tutti modi: nei primi comunicati post bando, subito prima del corteo cittadino dell’11 aprile scorso contro lo sgombero, ribadendolo ancora una volta subito dopo quel corteo, a cui hanno partecipato più di 700 persone: “Le vicende di Atlantide segnano un gravissimo precedente non solo nel rapporto tra l’amministrazione e gli spazi sociali autogestiti, ma anche nel rapporto con tutto l’ampio mondo dell’associazionismo bolognese. E’ ormai chiaro che il governo della città potrebbe mettere in discussione, traslocare, sfrattare, sgomberare i numerosi progetti culturali, sociali e politici che caratterizzano positivamente dal basso la vita di questa città”.
Ma se tavolo dev’essere, vogliamo avere seduto accanto a noi il Comitato per la promozione e la tutela delle Esperienze Sociali Autogestite (ESA). Il Comitato, nato dal conflitto tra XM24 e le istituzioni locali (in particolare proprio con il Comune di Bologna), oggi ha assunto un profilo diverso, diventando un progetto più ampio che ha incluso diverse realtà e spazi autogestiti della città e che si presenterà pubblicamente mercoledì 28 maggio. Per noi Atlantidee l’autogestione non solo è una pratica quotidiana irrinunciabile ma anche un modello di organizzazione sociale più giusto, che garantisce più partecipazione, nel reale rispetto e valorizzazione delle differenze.
Siamo quindi pienamente d’accordo con il Comune quando sostiene l’importanza delle regole. Le associazioni che i collettivi di Atlantide avevano costituito nel 2008 per firmare la convenzione con il Quartiere Santo Stefano scaduta nel 2011, oggi non esistono più. E’ proprio la recente storia di Atlantide a dimostrare il fallimento degli strumenti giuridici con cui l’amministrazione ha finora regolato il rapporto con le ESA: quelle regole, quindi, vanno radicalmente ridiscusse in una sede politica ed è con questo spirito che ci siederemo al tavolo di confronto. Noi da questa storia ne usciremo comunque rafforzate.
ATLANTIDE R-ESISTE! in AUTOGESTIONE
Guarda la clip su Atlantide autoestratta da “Occupy Mordor”, il racconto di Wu Ming 4 del murale di BLU a XM24 del 14 aprile 2013 – Per saperne di più su “Occupy Mordor” consulta questo post su Giap, il blog di Wu Ming