L’ultima invenzione impolitica e pseudogiornalistica contro Atlantide, che per comodità riassumeremo nella formula “pornosesso all’aperto“, ha tutti gli ingredienti per tenere banco e surclassare le precedenti e meno convincenti puntate: roba tipo “una cellula di terroristi tiene in ostaggio il quartiere” e “Angelino manda l’esercito“.
Qui, infatti, siamo più dalle parti de “La finestra sul cortile”, fortunato topos del cinema non solo hitchkochiano. Senonché, mentre Jeff, il fotoreporter protagonista del film, scopriva femminicidi dalla sua sedia a rotelle, non è chiaro cosa incolli davvero alle finestre con così tanta attenzione quegli anonimi residenti che denunciano festini a luci rosse nei parcheggi attorno ai casseri di Santo Stefano. Lungi da noi condannare il voyeurismo, nobilissima “perversione” di secolare tradizione che, in forme decisamente più raffinate, tanto ha dato alla letteratura e al cinema.
Tuttavia, al di là dell’aspetto puramente ridicolo della vicenda, vorremmo sottolinearne alcuni effetti grotteschi e paradossali, provando a sorvolare sul fatto che per una tale mole di “fatti” non viene fornita nessuna data, immagine o “prova” circostanziata.
Del resto, quando il voyeur “vede”, cos’è che vede? O meglio, quando vede, cosa crede di vedere, cosa proietta? Perché in questo caso, ci pare, è proprio di proiezione che si tratta: sulla “scena” (marciapiedi e piazzette) si materializzano tutto l’immaginario pornografico mainstream e tutti gli stereotipi associati alle sessualità “trasgressive” e non normative. La sessuofobia funziona così da sempre, proiettando sull’Altro “mostruoso” le parti eccedenti della propria sessualità normata.
Ci pare, infatti, che l’obiettivo inconsapevole dell’associazione giornalistica tra “rapporto sessuale completo”, “preservativi usati” e “deiezioni umane” sia in realtà il sesso anale (1): quell’innominabile analità che turba e rende insonni i cittadini per bene in quanto pratica non-riproduttiva e che ha il potenziale di decostruire la maschilità (un maschio che lo prende in culo che maschio è?). Siamo di fronte, quindi, a un caso letterale di omofobia, in cui il motore dell’ansia sociale è proprio la paura irrazionale per la sessualità omo?
Impossibile non correre con il pensiero alla campagna stampa denigratoria “Pits&Perverts”, costruita in particolare da The Sun, contro i gruppi gay e lesbici inglesi solidali con i minatori in sciopero nell’Inghilterra della Thatcher (2): una vicenda alla quale, con preveggente ironia della sorte, avevamo già deciso di dedicare un approfondimento sabato prossimo, 24 gennaio, alle 18 (3). Del resto, nelle politiche neoliberali dagli anni ’80 in poi, moralizzazione e privatizzazione dello spazio pubblico si alleano alla demolizione della sfera partecipativa sindacale e politica.
Occupandoci da anni di superamento dell’immaginario pornografico sessista e mercificato, suggeriamo quindi a tutti e tutte di cogliere l’opportunità di staccarsi dalla finestra e partecipare alle mille iniziative su intersezionalità delle lotte, sessualità, stereotipi, sessismo, postpornografia, risessualizzazione dello spazio pubblico, che il Laboratorio Smaschieramenti ha organizzato e continuerà ad organizzare ad Atlantide e non solo.
Nel nostro lavoro di (auto)inchiesta siamo partite da semplici domande, che giriamo anche ai nostri attenti osservatori. Cosa conta come “rapporto sessuale completo”? (4) Come immaginare le sessualità multiple oltre l’immaginario pornografico riproposto dagli articoli del Carlino, novello The Sun? (5) Come portare queste narr/azioni alternative fuori dal chiuso delle nostre camerette e ragionare collettivamente sulla sessualità come costruzione sociale e politica? Come “risessualizzare” lo spazio pubblico (gioia dei guardoni a parte…) (6)? Come creare un dibattito su tutto questo coinvolgendo anche i media più attenti?
Certamente, si tratta di snodi resi ancora più ingarbugliati dall’eredità berlusconiana, e prima ancora craxiana, fatta di immaginari sessuali fortemente maschilisti e omofobici, che per decenni ha alimentato un dibattito fuorviante tra moralisti e pseudoliberali e che oggi, fuori tempo massimo, ingrassa le pagine del Carlino.
Certo, non pretendiamo di avere “la verità” e il monopolio di questa riflessione, non siamo avanguardiste e siamo sicure che le pratiche sessuali socialmente diffuse sono più avanzate e creative delle nostre. Per questo, qualunque libera sperimentazione sessuale sia avvenuta nei parcheggi attorno ai casseri o in qualunque altro marciapiede, strada o portico della città, la nostra posizione è: forse non eravamo noi, purtroppo, ma siamo solidali contro ogni perversa (fuor di virgolette) campagna perbenista che tanto sa di doppia morale neoliberale!
PS. A proposito del presunto “inquinamento” da preservativi, che da sempre distribuiamo gratuitamente (sia condom che femidom) assieme ai guanti in lattice e invitiamo a usare per la protezione da infezioni sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate, ci permettiamo di suggerire alla presidente del nostro quartiere, qualora decidesse di iniziare a fare politica, di ingaggiare una battaglia per l’estensione della raccolta differenziata al Santo Stefano, piuttosto che una crociata per farli scomparire dalla vista…
(1) articolo del Carlino sui “rapporti sessuali completi” del 20.01.2015 http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/porta-santo-stefano-sesso-1.591885
(2) articolo sulla campagna “Pits&Perverts” http://www.morningstaronline.co.uk/a-772e-Pits-and-perverts-the-legacy-of-communist-Mark-Ashton/#.VL-q0WNVK1E (tr. it. http://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=3859)
(3) evento faccialibro dell’iniziativa “Pride o dell’intersezionalità delle lotte” https://www.facebook.com/events/1546018575650259/
(4) questionario di (autoinchiesta) del Laboratorio Smaschieramenti su sessualità&stereotipi http://smaschieramenti.noblogs.org/gallery/5383/SMASCHIERAMENTI_QUESTIONARIO_09072008.pdf
(5) vedi foto articolo 21.01.2015
(6) articolo sulla tre giorni per la frocizzazione dello spazio pubblico “Gender Crash” http://www.radiocittadelcapo.it/archives/drag-king-sovvertire-il-genere-liberare-il-desiderio-139215/
tra adulti consenzienti tutto è lecito, anche il sesso anale.pi se a uno/a non piace non vuol dire che sia represso, questione di gusti