Comunicata Inter-NazioAnale transfemminista e queer per Atlantide
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Atlantide è stato un luogo dove sentirsi liber* di essere noi stess* e dove sperimentare la libertà di diventare divers*: un luogo dove i nostri bisogni trovavano voce e corpo/i e dove spazio ha trovato il nostro bi/sogno di inventare risposte favolose e frocissime alla violenza dell’eteronormatività, della precarietà e del neoliberismo sui nostri corpi e sui nostri affetti, così come il nostro desiderio di auto-organizzarci, di creare reti politico-affettive in grado di sostenere e potenziare le (nostre) vite fuori norma e la nostra voglia di inventare nuove forme della politica. Atlantide è un nodo fondamentale dei movimenti transfemministi e queer, in Italia e non solo, e ha permesso negli anni la costituzione di solide reti politiche.
Atlantide è rimasta negli anni uno spazio politico aperto a tutt*, è diventato un luogo fisico dove le tant* singolarità orfane di un riferimento politico nelle proprie città potevano confrontarsi, autorganizzarsi, produrre controsaperi; essere fisicamente in uno stesso luogo sentendosi tutt* compagne di uno stesso grande collettivo. Un luogo che ha risposto a dei bisogni materiali, che ha acuito la difficoltà di tutt* noi favolose singolarità dislocate di poter continuare i nostri percorsi politici e ri-incontrare compagne lontane unite dalle lotte e gli affetti.
Oggi, nel momento del suo sgombero, la rabbia e la tristezza sono di tutt* coloro che l’hanno attraversata nelle assemblee, nelle feste, nei momenti di ricerca e dibattito, accolt* e circondat* da sorell* e compagn* che hanno reso quel luogo un pezzo del nostro cuore.
Atlantide, oggi non meno di ieri, è dentro ciascun* di noi. È nei nostri desideri, nella nostra eccentricità. Di più: ATLANTIDE È CIASCUN* DI NOI. Ed è in queste lacrime e in questa rabbia per la viltà di un partito e di una giunta su posizioni sempre più neoliberiste e di destra, che fanno pinkwashing con le unioni civili, salvo poi far rimuovere di peso, dagli sbirri in assetto antisommossa, froce, lesbiche, trans*, punk, femministe e tutt* coloro che provano ad attraversare i confini tra corpi e desideri, e che ai sacri crismi del disciplinamento eteronormativo e della razionalità neoliberista contrappongono l’auto-organizzazione e la libertà politica di rigettare ogni norma che si fondi sulla neutralizzazione e sull’assimilazione.
Non sarà certo il loro bisogno di rimuoverci a fermarci, né i loro obiettivi di morte sociale che chiamano “legalità”, né quel muro eretto per sopperire a qualche problema di erezione. Anzi. Oggi Atlantide non affonda. Oggi Atlantide deborda, invade tutto e tutt*. Come scrivono le nostre sorelle atlantidee, da oggi in poi non solo Bologna, ma tutte le città in cui abitiamo, facciamo politica e amiamo – Perugia, Roma, Torino, Sassari, Milano, Bari, Vicenza, Trento, Lisbona, Coimbra, Parigi, Leicester, Melbourne… – saranno invase da orde di checche furibonde, di femministe perverse, di lesbiche guerriere, di trans* indisciplinat*, di punk senza etichette che faranno vivere Atlantide in ogni luogo.
Atlantide è nelle nostre lotte per l’autodeterminazione e per una giustizia sociale queer. È nelle nostre voci e nei nostri corpi quando sfiliamo ai cortei, quando gridiamo la nostra rabbia, ma anche quando amiamo, accogliamo, godiamo, e quando sovvertiamo quelle stesse norme da cui oggi dipende lo sgombero di Atlantide. L’intimidazione lanciata alle sorelle di Bologna ricade come un macigno sopra tutte noi. Complici e solidali, insieme rispondiamo: da oggi Atlantide è ovunque! Atlantide si tocca solo per godere: ora è il momento di farvela vedere.
Roger (Lisbon), Marìca (Bari), Luz (Bari), Barbara (Paris), Suzanne (Paris), Federico Zappino (Turin, Sassari, Milan, Bologna), Michela Baldo (Leicester), Michela (Perugia), Goffredo (Melbourne), Bartok (Perugia), Bea Guz (Coimbra, Trento, Vicenza), Rachele Borghi (Paris), Tati (Coimbra), Donna Là (Perugia), Roberta (Perugia), Marga/Samuel (everywhere like Atlantide, at present: Granada, Andalucia), Laura (Paris, Bologna), Marta (Paris, Bologna), Simone (Chieti, Pescara), Lorenzo (Verona), Rosi (Palermo), Lucia (Venice, Milan), Slavina (Rome, Barcelona), Vittoria (Palermo), Roberta Di Bella (Palermo), Alberto (Roma, Paris), Giulia (Perugia), Topa (Torino, Perugia), Porpora (Bologna), Darren (Bologna, Toronto, New York, Cleveland)
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DAJE FORTE ATLANTIDE!
Quando abbiamo letto la notizia dell’ennesimo avviso di sgombero affisso sulla porta di Atlantide c’è roduto proprio er culo (che comunque…è queer!). Non solo perché ogni sgombero è un atto di repressione e come tale lo rifiutiamo, ma anche perché le Atlantidee sono nostre sorelle, con cui abbiamo avuto modo di condividere momenti di confronti, scambi, percorsi, desideri e altro ancora.
Per questi motivi come cagne sciolte esprimiamo la nostra rabbiosa e favolosa solidarietà ad uno spazio storico che è reso vivo da froce, trans e tutte quelle identità perverse, indisciplinate, indecenti e strabordanti che sovvertono la norma, convinte che una minaccia di sgombero non sarà sufficiente a fermarci.
In un clima di sgomberi e repressione siamo pronte a difendere i nostri spazi e le nostre esperienze di autogestione e condivisione, e al tempo stesso a invadere tutto, riprendendoci ogni luogo che proveranno a sottrarci.
UNITE NELLA LOTTA COI TACCHI E COI LUSTRINI CI RIPRENDIAM LE STRADE DA SBIRRI E CELERINI!!!
Cagne Sciolte (Roma)
http://cagnesciolte.noblogs.org/2015/10/08/daje-forte-atlantide/
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Atlantide è ovunque! Solidarietà da Padova!
Ieri mattina fin dalle prime luci dell’alba centinaia di favolose corpesse e favolosi corpi si sono riunit* davanti alle colonne del cassero di porta Santo Stefano per difendere Atlantide dall’ingiunzione di sgombero che cinque giorni fa era stata affissa alle sue porte.
L’ultimatum delle otto è caduto nel vuoto anche se ad attendere gli zelanti tutori dell’ordine e del decoro era stato predisposto un tappeto di bicchieri pieni di vernice rosa e trappole glitterate: se con la coscienza pulita la giunta comunale tutta e gli esecutori materiali delle sue volontà si fossero presentati, avrebbero dovuto letteralmente sporcarsi le mani per riuscire ad entrare ed espugnare Atlantide. Dal pianeta sommerso le sue creature magiche e perturbanti, “orde di checche furibonde, di femministe perverse, di lesbiche guerriere, di trans* indisciplinat* e di punks senza etichette”, già si sono riversate nelle strade per ricordare che non è un luogo a contenerci ma siamo pronte a debordare ovunque.
Questa pericolosa e potente lobby gay ha riempito le prime ore della giornata di cori, musica, striscioni e chilometri di tulle, in attesa di chi aveva promesso in modo categorico di liberare da cose e persone i locali di Atlantide. Dentro i locali di Atlantide però nel frattempo cose e persone libere costruivano una serie di prove di resistenza queer allo sgombero, un vero test di sopravvivenza frocia per chi dovrà adempiere alla violenta chiusura degli spazi.
In culo sì, ma non così! A dispetto dei giochi interni alla giunta comunale, degli equilibri di partito, del pink washing e delle ruspe democratiche, le Atlantidee non si fermano e già preparano una settimana fitta di assemblee e appuntamenti. Soprattutto, prende il via una campagna #Atlantideovunque, che intende segnalare i luoghi inutilizzati, chiusi, posti sotto sgombero e mai riconvertiti, lasciati all’incuria, che invece potrebbero essere spazi liberati, attraversati e contaminati da esperienze di autogestione, da sperimentazioni queer, da sogni e bisogni sovversivi.
Da Padova a Bologna siamo accanto alla r/esistenza creativa e favolosa di Atlantide e alle sue occupanti. Dalle prime luci di ieri ai giorni che verranno, difendiamo Atlantide che resta dov’è, e ci riversiamo con lei nei quartieri, negli spazi, nelle città, perché quelle stesse vite indecorose, devianti, sovversive, queer, femministe, sono anche le nostre.
Coi nostri corpi, coi nostri desideri ma soprattutto con molto amore.
Atlantide si tocca ma solo per godere, se solo ci provate ve la facciam vedere!
Fuxia Block
Bios Lab
D.i.s.c.
http://www.fuxiablock.org/atlantide-e-ovunque-solidarieta-da-padova/
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Il MIT LOVE ATLANTIDE
Ci piace pensare Bologna favolosa come abbiamo cercato di costruirla fino a ora e per questo non riusciAmo a immaginarla senza Atlantide….impossibile! Lo spazio cittadino, fisico e culturale, che viviamo quotidianamente ci appartiene perchè lo abbiamo conquistato con la lotta, fa parte integrante del nostro percorso di emancipazione/liberazione per trans, lesbiche, omosessuali, queer e donne.
Atlantide, localmente e globalmente, e’ un meraviglioso laboratorio di idee cultura elaborazione e perché no….divertimento gioia, patrimonio di tutta la comunità locale e internazionale.
Per questo e per tanto altro il Mit non ci rinuncia.
La difenderemo insieme alla nostra gente costi quel che costi.
Atlantide è di Bologna e Bologna è di Atlantide.
RESISTENZA RESILIENZA COMBATTENZA
MIT Bologna
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Da Torino a Bologna, in tutta Italia assistiamo a una stretta sulla “legalità”. Spesso sfruttando la “rabbia” rabbiosa e rancorosa di pochi cittadini infastiditi da gente che non amano (ed è un odio “politico” anche questo), sindaci, assessori, prefetti, politicanti vari di fanno araldi e paladine dell’ordine e del rispetto delle regole. Che amara contraddizione, se pensiamo al livello di corruzione e di sfregio del diritto a cui arriva oggi la stessa classe politica ufficiale. Ma non è solo questo il punto.
Ci sono poi gli interessi economici di quelli che sono pronti a comprarsi per quattro euro gli spazi sgomberati. Sì, perché il passo dopo lo sgombero è la privatizzazione e la svendita del patrimonio pubblico. Ma non è nemmeno solo questo il punto.
Siamo solidali con tutte le realtà occupate che da anni fanno un lavoro politico e sociale importante, originale, pieno di significato, e lo fanno certamente per motivi diversi e opposti all’avidità personale e all’affarismo. Lo fanno perché hanno in mente un’altra idea – più autentica – del bene comune. Un’idea che va in direzione opposta alla privatizzazione delle nostre vite e che implica che soprattutto le realtà territoriali, locali, i “comuni”, siano sensibili e responsabili nel consentire spazi di cittadinanza democratica. Questo è il punto!
Oggi la nostra più viva e partecipe solidarietà va alle compagne e ai compagni di Atlantide, a Bologna: spazio frocio, femminista, punk che esiste dalla fine degli anni ’90. Sono esperienze preziose che sarebbe criminale far scomparire. Chiediamo quindi all’amministrazione di riconoscere i collettivi che animano Atlantide come degni interlocutori e di giungere con loro, e non contro di loro, a una soluzione che permetta a questa esperienza di continuare.
Perché “se Atlantide affonda la cercherete per millenni”.
Circolo Arci LGBTQ Maurice (Torino)
http://www.mauriceglbt.org/se-atlantide-affonda-la-cercherete-per-millenni/
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“Ancora una volta la volontà è di attaccare esperienze di elaborazione politica, sociale e culturale che dal basso sfuggono al tentativo di normalizzazione e appiattimento di questa città. Lo spazio autogestito Atlantide rappresenta una ricchezza irrinunciabile per la città, così come irrinunciabili sono i percorsi di autodeterminazione, antisessismo, antifascismo e antirazzismo che quotidianamente vengono condivisi e sviluppati nello spazio”. Lo scrivevamo quattro anni e mezzo fa, perchè il cassero di porta Santo Stefano era finito nel mirino del commissario che all’epoca amministrava la città. Da allora tante cose sono cambiate ma nulla è cambiato. Anche se alla guida di Palazzo D’Accursio non c’è più un burocratico prefetto, ciò che scrivevamo all’epoca appare assurdamente attuale: la Procura (sempre più protagonista politica in città) e il Comune minacciano di sgomberare le Atlantidee, con un violento ultimatum, nonostante un confronto avviato da tempo con l’amministrazione.
“Non posso inseguire i sogni”, dice il sindaco Merola. E allora saranno i sogni ad inseguire lui, perchè sappiamo bene che l’esperienza di Atlantide vale molto di più di un’ordinanza.
Invitiamo tutte/i a partecipare all’assemblea cittadina in programma per lunedì 5 ottobre alle 20,30 al Centro delle donne di via del Piombo 5.
Con Atlantide, perchè Atlantide è ovunque!
Vag61 – Spazio libero autogestito
http://vag61.noblogs.org/post/2015/10/05/8642/
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Giù le mani da Atlantide!
All’improvviso lo sgombero di Atlantide è tornato ad essere un’emergenza nell’agenda politica di Questura e Procura. Lo ribadiamo: nel tempo della crisi di legittimità del Pd si rende necessario che altri carrozzoni assumano il ruolo del governo. Non si può non scorgere nella decisione di sgomberare Atlantide il tentativo di dare vita non solo alla città della legge degli sceriffi, ma ad una città delle norme in cui a nessuno deve poter venire in mente di voler rompere con la crisi.
Noi siamo dalla parte di chi da vent’anni contribuisce a produrre immaginari liberatori e pratiche di autogestione!
Hobo
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“Atlantide si tocca solo per godere”. Atlantide deborda in tutta la città.
Lo abbiamo sostenuto fin dall’inizio della campagna: nel sistema di potere cittadino guidato dal PD, i ruoli dell’amministrazione comunale, della Procura e della Questura diventano intercambiabili. Nella crisi di legittimità politica del futuro Partito della nazione, la Procura si trova ora a governare immediatamente la città, senza più bisogno di fronzoli e infingimenti. L’avviso di sgombero ad Atlantide lo dimostra in modo eclatante. La Procura comanda e ordina, il pavido sindaco Merola esegue. Anzi, si premura di agire con anticipo, per non urtare le sensibilità di chi gestisce l’ordine pubblico. Come quando, di fronte alle ruspe promesse dalla Lega, il PD le utilizza “democraticamente” per non perdere consensi a destra. Ormai è chiaro: vogliono creare un deserto e chiamarlo città. È un deserto fatto di misure cautelari e sgomberi delle esperienze più importanti e inclusive di Bologna, come da vent’anni è Atlantide. È un deserto fatto di paura, solitudine e silenziosa accettazione dei costi della crisi. È un deserto costruito su misura per chi ha in mano il potere della politico ed economico della città. È un deserto di normatività e omologazione. È un deserto fatto di sgomberi e fogli di via per il dissenso e il pensiero critico, mentre vengono autorizzate le parate dei fascioleghisti in camicia verde e nera. Ma se questo è il loro obiettivo, ancora una volta non hanno fatto i conti con chi questa città la vive e quotidianamente la rende viva: per questo resistiamo tutt@ con Atlantide, per questo siamo tutt@ Atlantide.Con Atlantide ribadiamo: se vogliono Atlantide “libero da cose e persone”, la troveranno piena di cose e persone libere. Atlantide ha l’obbligo di dimorare in città, nella nostra città, nella Bologna libera! Perché senza resistenza non c’è libertà. Perché senza libertà non c’è vita. Domattina alle 7 tutte e tutti ad Atlantide per una favolosa colazione resistente in cui affermeremo ancora una volta le nostre molteplici libertà!
Libertà di Dimora
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Al sindaco Merola, soprattutto negli ultimi mesi, è stato imputato lo scarso coraggio nell’esprimere liberamente le proprie posizioni. Troppo schiacciato dalle pressioni dell’ala renziana del suo partito, troppo incalzato dalla Procura e dalla Questura, troppo supino ai poteri speculativi e affaristi della città. Eppure, per sgomberare e definire “Lobby Gay” l’esperienza di Atlantide di coraggio ce ne vuole eccome! Certamente, ce ne è voluto anche per approvare un POC che trasformerà l’ex caserma Masini in un albergo, degli uffici, un ristorante ed un parcheggio. Le Lobby, caro Sindaco, sono quelle che lo hanno reso incapace di governare questa città, che hanno segnato una frattura irreversibile con una società che merita di più di un’ istituzione che parla solo a sé stessa. Virginio Merola, di fatto, sostiene le stesse posizioni della Presidente di quartiere forzista Ilaria Giorgetti: tutto il resto sono solo chiacchiere e distintivo. Se Atlantide R-esiste e Làbas hanno trovato a pochi metri di distanza, anche se in tempi e con storie differenti, uno spazio su cui praticare diritti e autogestione è perché siamo corpi costituenti e fondamenta di questo quartiere che si rinnova giorno dopo giorno. Qui e in questa città gli estranei siete voi!
Làbas
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La Federazione sindacale di base Cub Bologna e lo Sportello Sociale Cub di Bologna esprimono totale Solidarietà ad Atlantide dopo la vergognosa minaccia di sgombero Violento effettuata dalla Giunta Comunale di Bologna con in testa il Sindaco Merola e la Procura di Bologna. Il Pd attraverso tutte le sue strutture di Potere Politico, Economico, e Giudiziario in questa città, continua a rispondere a bisogni primari relativi a Spazi Sociali e Culturali, al diritto alla casa e alla mobilità, con misure repressive e intimidatorie, attraverso denunce, sgomberi e anche arresti, come è accaduto ultimamente in città, cercando di colpire tutte le realtà collettive e individuali di Movimento, oltre a restringere sempre di più i diritti dei Lavoratori (sempre più schiavizzati), in tutti i settori produttivi, sia in città che a livello nazionale. Le minacce di sgombero alle Atlantidee, riguarda anche tutti noi, lavoratori e lavoratrici, precari/e, disoccupati/e, Immigrati/e. La Procura non è un organo separato da questa struttura di Potere, e come hanno affermato le stesse compagne di Atlantide, il Comune stesso è stato ormai di fatto commissariato dalla Procura di Bologna, che attraverso le sue prerogative utilizza tutto l’armamentario penale e repressivo di stampo fascista che è ancora ben presente nel nostro ordinamento giuridico. Esprimiamo completa e totale solidarietà allo Spazio Sociale Occupato ed Autogestito di Atlantide, punto di riferimento fondamentale del Movimento LGBTQ e non solo, presente da quasi 20 anni al Cassero di Porta Santo Stefano a Bologna.
Sportello Sociale Cub Bologna
Federazione sindacale di base Cub Bologna
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Atlantide, cosa è mancato
Nel pieno della bufera che in queste ore riavvolge le nostre compagne Atlantidee, sentiamo il bisogno di chiederci cosa è mancato, dove sta il nodo che ha prodotto questo sonoro fallimento. Partendo dal presupposto che di fallimento si tratta e scartando perciò dal principio i commenti di chi si dice “soddisfatto”, perché evidentemente non vede o non coglie.
Ripercorrendo i fatti stamattina nei resoconti della stampa locale, c’è una sinistra ricorrenza che impone inesorabilmente una risposta: è mancato innanzitutto il riconoscimento dell’altro, complice o avversario che sia, che è il presupposto indispensabile per mettere in moto la politica. Questo riconoscimento manca ad esempio quando un gruppo di residenti si mobilita con un esposto contro il sindaco: un atto fintamente civico (Atlantide non fa “casino” e i suoi spazi sono tutt’altro che appetibili: diciamolo una volta per tutte), in realtà l’ennesimo atto strumentale in una catena di atti di brutta politica che rimbalza dalle procure alle telefonate dei ministri. Al sindaco non si chiede un incontro, si cerca di passare direttamente all’avviso di garanzia. Perché non lo si riconosce il sindaco, non lo si è mai accettato come primo cittadino: è così che ragionano i partiti nelle loro perenni campagne elettorali, dove l’antagonismo proprio della politica da tempo è debordato in una furia anti-istituzionale, con evidenti (anzi: evidentissime) code giudiziarie. Ma manca il riconoscimento dell’altro anche quando, mentre si dà il tiro a Palazzo D’Accursio per accogliere la delegazione di Atlantide, si manda una pattuglia di vigili ad affiggere alla loro porta un’ordinanza di sgombero. Perché non consegnargliela in mano quell’ordinanza, spiegando i motivi e i ragionamenti?
Evidentemente si dava per scontato qualcosa e quel qualcosa crediamo fosse proprio l’assenza del riconoscimento reciproco. Si dava per scontato cioè che Atlantide non avrebbe ascoltato le ragioni del sindaco semplicemente perché erano le ragioni del sindaco.
A questo punto però c’è un aspetto che va assolutamente incluso in questo ragionamento. Chi è Atlantide? Non ci interessa percorrere le definizioni storiche di questa realtà, vogliamo restituire la nostra esperienza di Atlantide: un luogo di confine, di esplorazione, dove non si ha paura di andare a fondo, di guardare oltre la superficie, di sperimentare punti di vista nuovi. Un luogo che coltiva la coerenza, la dignità, l’autodeterminazione, la libertà come valori non negoziabili. Un luogo che ha contribuito a costruire lo sguardo critico di un pezzo importante della nostra città. Atlantide non deve corrispondere a nessun disegno, progetto o destino: il suo unico vincolo forte, fortissimo, è la propria identità, fluida ma estremamente coerente.
Atlantide da mesi si era seduta al tavolo con l’amministrazione comunale, aveva firmato un preaccordo di collaborazione, attendeva che venissero ultimati i lavori del nuovo spazio e nel frattempo discuteva con l’Assessore Ronchi delle modalità con cui intraprendere questo nuovo percorso in relazione con il Comune: questo si evince dai giornali. In questo percorso sta un grandissimo obiettivo politico realizzato: Atlantide e il Comune avevano aperto un percorso di riconoscimento reciproco. Che non significa complicità o ancor peggio subalternità, significa ascolto del punto di vista e inclusione di quel punto di vista in una discussione.
Anche di questo percorso riceviamo dalla cronaca alcuni tratti: l’assessore Ronchi parla di interlocutori correttissimi, estremamente disponibili. Sì, perché le Atlantidee sono un’esperienza di collettivo straordinaria, solo chi non frequenta quel luogo può confonderlo col falso mito dei centri sociali in cui si galleggia nella birra.
Quell’avviso di sgombero allora – o meglio: quella richiesta di liberare i locali – doveva passare, assieme alle sue ragioni, da quel tavolo, da quella discussione. Scegliere un altro percorso non può essere un incidente, e infatti non lo è stato. Probabilmente era il modo poco nobile con cui il sindaco voleva sacrificare il suo assessore alla Cultura e un pezzo di maggioranza su un altare che non conosciamo ma che possiamo facilmente immaginare. E in effetti le dichiarazioni laconiche che ha diffuso ieri sui media ricordavano molto l’isterico “Tagliatele la testa!” della regina di cuori nel paese delle Meraviglie di Alice. E perciò con teste da tagliare pareva si avesse a che fare.Tante, troppe in un giorno solo. Senza essere sfiorati dal dubbio che ogni testa rappresentasse un fallimento della politica e suo, come politico.
Le parole che in Consiglio comunale le Atlantidee hanno pronunciato col loro megafono umano sono importanti e interpellano il sindaco e noi tutt*
Come fa un’amministrazione a firmare con una mano un accordo di reciproco riconoscimento e con l’altra mano affiggere quell’avviso sulla porta di Atlantide? Come può il Comune pensare che quell’atto (nelle modalità, prima ancora che nel contenuto) possa in qualche modo rientrare in un percorso di collaborazione senza comprometterlo completamente? Come può non responsabilizzarsi dell’immagine di inaffidabilità dell’Istituzione che questa vicenda mostra a tutta la città? Come farà a far ricorso ancora alla retorica della “collaborazione civica” dopo averla svuotata pubblicamente del suo presupposto fondamentale, cioè il reciproco riconoscimento?
“Vogliamo una risposta politica dal sindaco”, dicono le Atlantidee. Non sull’inchiesta, sul pericolo di avvisi di garanzia o su queste cose. La risposta politica deve dirci perché si è scelta quella strada, perché si è voluto delegittimare pubblicamente un interlocutore, un percorso e l’assessore che se ne faceva carico, portandolo a vergognarsi pubblicamente per un atto della sua Giunta?. La legalità purtroppo ha già da tempo soppiantato la giustizia sociale, tuttavia noi crediamo che anche volendo puntare alla legalità, siano le pratiche che usiamo per metterla al sicuro che fanno la politica e danno (o tolgono) valore politico a chi le adotta.
Una volta ai tempi di Cofferati, mentre si sgombrava il Lungoreno con le ruspe, molti dicevano: “Con le ruspe sono tutti buoni a fare il sindaco”. Ecco, noi la pensiamo ancora così. Ci sono modi più politici (“più umani” direbbe Merola) per governare una città densa e straordinaria come Bologna e per ereditarne la storia. In diverse occasioni questa amministrazione ha mostrato di saper percorrere queste strade. Non è un aspetto secondario, anzi a noi pare addirittura centrale nell’azione amministrativa. Perciò alla domanda che Atlantide ha posto in Consiglio comunale crediamo che il sindaco di Bologna debba dare risposta.
Il Consiglio direttivo del Cassero
Entrare ad Atlantide era entrare in una strana bolla cangiante, una bolla rabbiosa, orgogliosa, tenace e bellissima.
Un riuscito intreccio di sfumature diverse e complementari, che altrove camminerebbero invece separate e indifferenti, senza mai incontrarsi.
Il mondo dovrebbe essere pieno di bolle cosi’, e invece purtroppo Atlantide era rara.
Ci siamo venuti a suonare, a scalciare in un concerto, ad ammirarne l’atmosfera accogliente e il magnifico spirito ironico. Vi si davano appuntamento i nostri pensieri, le nostre braccia, le nostre gambe che non riescono a star ferme, i nostri cuori e il ritmo collettivo delle nostre vene.
Venerdi’ i nostri occhi erano tristi, ma le nostre mani ancora fremono
e stringono forte Atlantide in un abbraccio dilagante.
NextEmerson
Collettivo Nuovi Rumori
(Firenze)