VITE, SAPERI, CORPI E DESIDERI NON SI POSSONO METTERE A(L) BANDO.
Difficile sintetizzare una esperienza di occupazione e autogestione che si evolve da oltre 15 anni, difficile ricostruirla organicamente. Le impronte di questa storia, infatti, sono diffuse tra una moltitudine di persone, ne hanno cambiato le relazioni, il linguaggio, le azioni, andando a costituire una comunità affettiva tra diversi posizionamenti politici e soggettivi, creando nuovi e imprevisti ma solidi legami sociali.
Atlantide è il nostro comune habitat sociale, quello che abbiamo scelto di costruire.
Un habitat capace di accogliere e valorizzare le differenti forme di vita che la abitano e di garantirne la convivenza a partire dal reciproco riconoscimento. Un habitat che rifiuta vecchi e nuovi fascismi, che non ammette, né per ignoranza né per qualsiasi altra ragione, comportamenti sessisti, razzisti o lesbo-trans-omofobici.
Ora ci viene detto che tutto questo non vale, non conta.
Il Cassero di Porta Santo Stefano, che ovunque è conosciuto come Atlantide, è stato messo a bando d’imperio e assegnato a due associazioni completamente estranee alla sua storia.
Ci hanno detto che quel bando con cui cercano di spazzare via la nostra esperienza è legittimo perché è stato votato all’unanimità da tutti i partiti politici. Ci hanno provocatoriamente suggerito di candidarci e farci eleggere per far rispettare la nostra voce, la nostra storia, le nostre vite.
Perché la rappresentanza riconosce solo se stessa.
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