venerdì 11 aprile ore 18 @ pzza Re Enzo, tuttu in piazza per Atlantide!

Procede spedito il conto alla rovescia per il “rilascio coattivo dell’immobile occupato senza titolo sito in Piazza di Porta Santo Stefano 6”, come recita la lettera che i collettivi di Atlantide hanno ricevuto il primo aprile da parte del Comune di Bologna e del Quartiere Santo Stefano. Nel corso della vita di Atlantide sono stati numerosi i tentativi istituzionali di mettere in discussione la nostra esperienza e la sua legittimità a rimanere nel Cassero di Porta Santo Stefano. A quei tentativi abbiamo sempre risposto con la mobilitazione, forti del sostegno politico-affettivo accumulato in questi anni, dentro e fuori la città.

Mai, però, ci eravamo trovate di fronte a un atto formale che esplicitamente dispone “l’ordine di immediato sgombero”. La vicenda relativa al bando sullo spazio che noi facciamo vivere da quindici anni ha quindi subito una svolta drammatica, trasformandosi in una questione di ordine pubblico. Nonostante non sia nient’altro che il frutto di un pasticciato scambio politico tra Comune e Quartiere, la politica che ha lanciato il sasso ha poi subito nascosto la mano, celandosi dietro pretestuosi dispositivi burocratici.

Noi siamo convinte, e più volte l’abbiamo ripetuto, che l’unico modo per risolvere questa vicenda evitando l’intervento della celere – un fatto che segnerebbe una frattura insanabile nel rapporto tra la nostra esperienza di autogestione e le amministrazioni locali -, sia quello di trovare immediatamente una sistemazione alternativa per le due associazioni rimaste come “vincitrici” del bando su Atlantide, Xenia ed Evoè, dopo l’abbandono della terza, MondoDonna. Del resto, sono proprio alcune dichiarazioni pubbliche delle due associazioni a lasciare aperta la strada a questa soluzione. Auspichiamo, dunque, che la politica smetta di giocare a nascondino e torni a fare il suo mestiere, prima che sia troppo tardi. Se Atlantide venisse affondata, andrebbe perso anche tutto il suo tesoro, descritto con così tanta passione dai numerosi messaggi di complicità e solidarietà che stiamo costantemente ricevendo da parte dei collettivi lesbici, gay, femministi, trans e queer, delle associazioni di donne, degli spazi sociali autogestiti, delle singole e dei singoli che negli anni hanno condiviso con noi sentieri, strade e rotte spaziali. Perchè il prezzo del nostro sgombero è un prezzo troppo alto da pagare per una città che ha già da tempo abdicato al rispetto delle differenze e all’inclusione sociale, di cui per tanti anni si è fregiata.

Noi, dal canto nostro, continueremo a svolgere le nostre attività prima, durante e dopo l’ultimatum del Comune. Venerdì prossimo, 11 aprile, ci troveremo in piazza Re Enzo alle 18, con tutte e tutti coloro che hanno a cuore il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro di spazio autogestito, antisessista, antifascista e antirazzista.

 Atlantide R-esiste, Atlantide resta dov’è!

 

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