Venerdì 11 aprile, più di 700 persone hanno occupato le strade del centro della città, trasformando il corteo che da Piazza Re Enzo ha raggiunto Atlantide in un unico corpo pulsante di vita, desideri e passione. L’affettività che caratterizza fortemente il nostro stile di attivismo politico è stata amplificata dall’Amore per Atlantide espresso da ciascuno e ciascuna dei partecipanti e dall’empatia che ci è stata manifestata da tutte e tutti coloro che hanno seguito il nostro passaggio ai lati delle strade, sedute nei dehor per l’aperitivo o in attesa alle fermate degli autobus. E’ stato un vero e proprio Pride Atlantideo. La composizione della manifestazione ha reso tangibile come Atlantide, a partire dalla propria specificità di spazio femminista, lesbico, trans, gay, queer e punk, abbia saputo costruire relazioni virtuose, di reciproco riconoscimento, con una molteplicità di soggetti sociali. Sono più di 1300 i messaggi firmati che abbiamo ricevuto dall’inizio della mobilitazione in difesa di Atlantide, tutti consultabili qui; quasi 40 i comunicati di solidarietà che abbiamo ricevuto dal primo aprile a oggi, da parte di collettivi, gruppi, cooperative sociali, reti e associazioni di donne, dagli spazi sociali bolognesi e non solo, da collettivi, gruppi e associazioni lgbtq europei e di tutta Italia, ma anche da parte del sindacalismo sociale e universitario.
Ma proprio nella serata di venerdì, mentre il corteo era ancora in corso, è giunta a mezzo stampa un’ermetica (non)dichiarazione del sindaco Merola: “Ho già detto quello che pensavo. Le decisioni sono prese. Non ho nulla da dichiarare”. Ricordiamo al Sindaco che, durante la campagna elettorale, ciò che pensava era che fosse ora di “superare questa storia delle forme associative”, che definiva “discutibile” perché “attraverso i bandi in realtà si fanno delle scelte clientelari”. Furono queste le sue testuali parole, immortalate anche in un podcast, in risposta a una specifica domanda su Atlantide durante un incontro pubblico con le realtà lgbt al circolo Arcigay “Il Cassero”, il 10 aprile del 2011.
Oggi, dunque, in maniera totalmente incoerente, l’amministrazione agita il feticcio del “ripristino della legalità” e sembra incapace di rendersi conto del reale impatto che lo sgombero di Atlantide avrebbe sulla città. Le vicende di Atlantide, infatti, segnano un gravissimo precedente non solo nel rapporto tra l’amministrazione e gli spazi sociali autogestiti, ma anche nel rapporto con tutto l’ampio mondo dell’associazionismo bolognese. E’ ormai chiaro che il governo di questa città potrebbe mettere in discussione, traslocare, sfrattare, sgomberare i numerosi progetti culturali, sociali e politici che caratterizzano positivamente dal basso la vita di questa città. In qualunque momento, unilateralmente.
Domani, martedì 15 aprile, in occasione della scadenza per la restituzione delle chiavi del Cassero di Porta Santo Stefano che prelude allo sgombero coatto, la neonata corale Atlantidea terrà delle prove aperte per prepararsi alla (r)esistenza creativa, nello stile che più ci appartiene. Invitiamo tutti e tutte coloro che non sono disposti ad accettare il tentativo di mettere a tacere la nostra esperienza a partecipare, per costruire insieme frivolezze tattiche o anche solo per scambiarci idee, informazioni. L’appuntamento è alle 19.30 ad Atlantide. Il 20 aprile gli spazi di Atlantide saranno nuovamente aperti per l’ormai tradizionale pasqua punk do-it-yourself, mentre stiamo già costruendo ulteriori giornate di iniziative a sostegno di Atlantide per il 27 aprile.
Anche se il Comune e il Quartiere hanno provato a farci (s)bandare, Atlantide non si ferma e continua a muoversi per restare dov’è: perché le Atlantidee aprono le Porte, ma possono anche attraversare i muri.
Hanno finora fatto pervenire i loro comunicati di complicità e sostegno ad Atlantide:
1. MIT-Movimento identità transessuale, 2. Collettivo femminista Mujeres Libres, 3. Associazione Armonie, 4. Betty&Books, 5. UDI Bologna, 6. Fuoricampo Associazione Lesbica, 7. Comunicattive, 8. Donne in Nero Bologna, 9. ScioperoDonne Bologna, 10. ArciLesbica Bologna, 11. Cassero LGBT Center, 12. nodo bolognese di Storie in movimento/Zapruder, 13. Spazio Sociale Autogestito XM24, 14. Vag61 – Spazio libero autogestito, 15. Asia-Usb, 16. Bartleby, 17. Làbas Occupato & Cs TPO, 18. Hobo – Laboratorio dei saperi comuni, 19. associazione LGBTI Antéros (Padova), 20. Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre (Imola), 21. Bios Lab & FuxiaBlock (Padova), 22. Kespazio – per una ricerca queer e postcoloniale (Roma), 13. Cooordinamento Roma Pride, 24. Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli (Roma), 25. Coordinamento Torino Pride GLBT, 26. Collettivo BellaQueer (Perugia), 27. Adalab (Vicenza), 28. Ambrosia (Milano), 29. BeFree – Cooperativa sociale contro tratta, violenze e discriminazioni (Roma), 30. Le compagne femministe e lesbiche del 22 di Roma, 31. collettivo antispecista Earth Riot, 32. Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, 33. Gruppo “Politiche di genere e diritti” – L’AltraEuropa con Tsipras di Bologna, 34. Rifondazione Comunista Bologna – Circolo Centro Storico “Tosca” & Giovani Comuniste/i Bologna, 35. Link – Coordinamento Universitario – Bologna, 36. Radical Queer Affinity Collective (Budapest), 37. Queersquilie! (Pisa)
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