Comunicati contro lo sgombero di Atlantide (in aggiornamento)

Comunicata Inter-NazioAnale transfemminista e queer per Atlantide

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Atlantide è stato un luogo dove sentirsi liber* di essere noi stess* e dove sperimentare la libertà di diventare divers*: un luogo dove i nostri bisogni trovavano voce e corpo/i e dove spazio ha trovato il nostro bi/sogno di inventare risposte favolose e frocissime alla violenza dell’eteronormatività, della precarietà e del neoliberismo sui nostri corpi e sui nostri affetti, così come il nostro desiderio di auto-organizzarci, di creare reti politico-affettive in grado di sostenere e potenziare le (nostre) vite fuori norma e la nostra voglia di inventare nuove forme della politica. Atlantide è un nodo fondamentale dei movimenti transfemministi e queer, in Italia e non solo, e ha permesso negli anni la costituzione di solide reti politiche.
Atlantide è rimasta negli anni uno spazio politico aperto a tutt*, è diventato un luogo fisico dove le tant* singolarità orfane di un riferimento politico nelle proprie città potevano confrontarsi, autorganizzarsi, produrre controsaperi; essere fisicamente in uno stesso luogo sentendosi tutt* compagne di uno stesso grande collettivo. Un luogo che ha risposto a dei bisogni materiali, che ha acuito la difficoltà di tutt* noi favolose singolarità dislocate di poter continuare i nostri percorsi politici e ri-incontrare compagne lontane unite dalle lotte e gli affetti.
Oggi, nel momento del suo sgombero, la rabbia e la tristezza sono di tutt* coloro che l’hanno attraversata nelle assemblee, nelle feste, nei momenti di ricerca e dibattito, accolt* e circondat* da sorell* e compagn* che hanno reso quel luogo un pezzo del nostro cuore.
Atlantide, oggi non meno di ieri, è dentro ciascun* di noi. È nei nostri desideri, nella nostra eccentricità. Di più: ATLANTIDE È CIASCUN* DI NOI. Ed è in queste lacrime e in questa rabbia per la viltà di un partito e di una giunta su posizioni sempre più neoliberiste e di destra, che fanno pinkwashing con le unioni civili, salvo poi far rimuovere di peso, dagli sbirri in assetto antisommossa, froce, lesbiche, trans*, punk, femministe e tutt* coloro che provano ad attraversare i confini tra corpi e desideri, e che ai sacri crismi del disciplinamento eteronormativo e della razionalità neoliberista contrappongono l’auto-organizzazione e la libertà politica di rigettare ogni norma che si fondi sulla neutralizzazione e sull’assimilazione.
Non sarà certo il loro bisogno di rimuoverci a fermarci, né i loro obiettivi di morte sociale che chiamano “legalità”, né quel muro eretto per sopperire a qualche problema di erezione. Anzi. Oggi Atlantide non affonda. Oggi Atlantide deborda, invade tutto e tutt*. Come scrivono le nostre sorelle atlantidee, da oggi in poi non solo Bologna, ma tutte le città in cui abitiamo, facciamo politica e amiamo – Perugia, Roma, Torino, Sassari, Milano, Bari, Vicenza, Trento, Lisbona, Coimbra, Parigi, Leicester, Melbourne… – saranno invase da orde di checche furibonde, di femministe perverse, di lesbiche guerriere, di trans* indisciplinat*, di punk senza etichette che faranno vivere Atlantide in ogni luogo.
Atlantide è nelle nostre lotte per l’autodeterminazione e per una giustizia sociale queer. È nelle nostre voci e nei nostri corpi quando sfiliamo ai cortei, quando gridiamo la nostra rabbia, ma anche quando amiamo, accogliamo, godiamo, e quando sovvertiamo quelle stesse norme da cui oggi dipende lo sgombero di Atlantide. L’intimidazione lanciata alle sorelle di Bologna ricade come un macigno sopra tutte noi. Complici e solidali, insieme rispondiamo: da oggi Atlantide è ovunque! Atlantide si tocca solo per godere: ora è il momento di farvela vedere.

Roger (Lisbon), Marìca (Bari), Luz (Bari), Barbara (Paris), Suzanne (Paris), Federico Zappino (Turin, Sassari, Milan, Bologna), Michela Baldo (Leicester), Michela (Perugia), Goffredo (Melbourne), Bartok (Perugia), Bea Guz (Coimbra, Trento, Vicenza), Rachele Borghi (Paris), Tati (Coimbra), Donna Là (Perugia), Roberta (Perugia), Marga/Samuel (everywhere like Atlantide, at present: Granada, Andalucia), Laura (Paris, Bologna), Marta (Paris, Bologna), Simone (Chieti, Pescara), Lorenzo (Verona), Rosi (Palermo), Lucia (Venice, Milan), Slavina (Rome, Barcelona), Vittoria (Palermo), Roberta Di Bella (Palermo), Alberto (Roma, Paris), Giulia (Perugia), Topa (Torino, Perugia), Porpora (Bologna), Darren (Bologna, Toronto, New York, Cleveland)

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DAJE FORTE ATLANTIDE!
Quando abbiamo letto la notizia dell’ennesimo avviso di sgombero affisso sulla porta di Atlantide c’è roduto proprio er culo (che comunque…è queer!). Non solo perché ogni sgombero è un atto di repressione e come tale lo rifiutiamo, ma anche perché le Atlantidee sono nostre sorelle, con cui abbiamo avuto modo di condividere momenti di confronti, scambi, percorsi, desideri e altro ancora.
Per questi motivi come cagne sciolte esprimiamo la nostra rabbiosa e favolosa solidarietà ad uno spazio storico che è reso vivo da froce, trans e tutte quelle identità perverse, indisciplinate, indecenti e strabordanti che sovvertono la norma, convinte che una minaccia di sgombero non sarà sufficiente a fermarci.
In un clima di sgomberi e repressione siamo pronte a difendere i nostri spazi e le nostre esperienze di autogestione e condivisione, e al tempo stesso a invadere tutto, riprendendoci ogni luogo che proveranno a sottrarci.

UNITE NELLA LOTTA COI TACCHI E COI LUSTRINI CI RIPRENDIAM LE STRADE DA SBIRRI E CELERINI!!!

Cagne Sciolte (Roma)
http://cagnesciolte.noblogs.org/2015/10/08/daje-forte-atlantide/

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Atlantide è ovunque! Solidarietà da Padova!

Ieri mattina fin dalle prime luci dell’alba centinaia di favolose corpesse e favolosi corpi si sono riunit* davanti alle colonne del cassero di porta Santo Stefano per difendere Atlantide dall’ingiunzione di sgombero che cinque giorni fa era stata affissa alle sue porte.
L’ultimatum delle otto è caduto nel vuoto anche se ad attendere gli zelanti tutori dell’ordine e del decoro era stato predisposto un tappeto di bicchieri pieni di vernice rosa e trappole glitterate: se con la coscienza pulita la giunta comunale tutta e gli esecutori materiali delle sue volontà si fossero presentati, avrebbero dovuto letteralmente sporcarsi le mani per riuscire ad entrare ed espugnare Atlantide. Dal pianeta sommerso le sue creature magiche e perturbanti, “orde di checche furibonde, di femministe perverse, di lesbiche guerriere, di trans* indisciplinat* e di punks senza etichette”, già si sono riversate nelle strade per ricordare che non è un luogo a contenerci ma siamo pronte a debordare ovunque.
Questa pericolosa e potente lobby gay ha riempito le prime ore della giornata di cori, musica, striscioni e chilometri di tulle, in attesa di chi aveva promesso in modo categorico di liberare da cose e persone i locali di Atlantide. Dentro i locali di Atlantide però nel frattempo cose e persone libere costruivano una serie di prove di resistenza queer allo sgombero, un vero test di sopravvivenza frocia per chi dovrà adempiere alla violenta chiusura degli spazi.
In culo sì, ma non così! A dispetto dei giochi interni alla giunta comunale, degli equilibri di partito, del pink washing e delle ruspe democratiche, le Atlantidee non si fermano e già preparano una settimana fitta di assemblee e appuntamenti. Soprattutto, prende il via una campagna #Atlantideovunque, che intende segnalare i luoghi inutilizzati, chiusi, posti sotto sgombero e mai riconvertiti, lasciati all’incuria, che invece potrebbero essere spazi liberati, attraversati e contaminati da esperienze di autogestione, da sperimentazioni queer, da sogni e bisogni sovversivi.
Da Padova a Bologna siamo accanto alla r/esistenza creativa e favolosa di Atlantide e alle sue occupanti. Dalle prime luci di ieri ai giorni che verranno, difendiamo Atlantide che resta dov’è, e ci riversiamo con lei nei quartieri, negli spazi, nelle città, perché quelle stesse vite indecorose, devianti, sovversive, queer, femministe, sono anche le nostre.
Coi nostri corpi, coi nostri desideri ma soprattutto con molto amore.
Atlantide si tocca ma solo per godere, se solo ci provate ve la facciam vedere!

Fuxia Block
Bios Lab
D.i.s.c.
http://www.fuxiablock.org/atlantide-e-ovunque-solidarieta-da-padova/

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Il MIT LOVE ATLANTIDE
Ci piace pensare Bologna favolosa come abbiamo cercato di costruirla fino a ora e per questo non riusciAmo a immaginarla senza Atlantide….impossibile! Lo spazio cittadino, fisico e culturale, che viviamo quotidianamente ci appartiene perchè lo abbiamo conquistato con la lotta, fa parte integrante del nostro percorso di emancipazione/liberazione per trans, lesbiche, omosessuali, queer e donne.
Atlantide, localmente e globalmente, e’ un meraviglioso laboratorio di idee cultura elaborazione e perché no….divertimento gioia, patrimonio di tutta la comunità locale e internazionale.
Per questo e per tanto altro il Mit non ci rinuncia.
La difenderemo insieme alla nostra gente costi quel che costi.
Atlantide è di Bologna e Bologna è di Atlantide.
RESISTENZA RESILIENZA COMBATTENZA

MIT Bologna

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Da Torino a Bologna, in tutta Italia assistiamo a una stretta sulla “legalità”. Spesso sfruttando la “rabbia” rabbiosa e rancorosa di pochi cittadini infastiditi da gente che non amano (ed è un odio “politico” anche questo), sindaci, assessori, prefetti, politicanti vari di fanno araldi e paladine dell’ordine e del rispetto delle regole. Che amara contraddizione, se pensiamo al livello di corruzione e di sfregio del diritto a cui arriva oggi la stessa classe politica ufficiale. Ma non è solo questo il punto.
Ci sono poi gli interessi economici di quelli che sono pronti a comprarsi per quattro euro gli spazi sgomberati. Sì, perché il passo dopo lo sgombero è la privatizzazione e la svendita del patrimonio pubblico. Ma non è nemmeno solo questo il punto.
Siamo solidali con tutte le realtà occupate che da anni fanno un lavoro politico e sociale importante, originale, pieno di significato, e lo fanno certamente per motivi diversi e opposti all’avidità personale e all’affarismo. Lo fanno perché hanno in mente un’altra idea – più autentica – del bene comune. Un’idea che va in direzione opposta alla privatizzazione delle nostre vite e che implica che soprattutto le realtà territoriali, locali, i “comuni”, siano sensibili e responsabili nel consentire spazi di cittadinanza democratica. Questo è il punto!
Oggi la nostra più viva e partecipe solidarietà va alle compagne e ai compagni di Atlantide, a Bologna: spazio frocio, femminista, punk che esiste dalla fine degli anni ’90. Sono esperienze preziose che sarebbe criminale far scomparire. Chiediamo quindi all’amministrazione di riconoscere i collettivi che animano Atlantide come degni interlocutori e di giungere con loro, e non contro di loro, a una soluzione che permetta a questa esperienza di continuare.
Perché “se Atlantide affonda la cercherete per millenni”.

Circolo Arci LGBTQ Maurice (Torino)
http://www.mauriceglbt.org/se-atlantide-affonda-la-cercherete-per-millenni/

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Atlantide insiste – programma 7-11 ottobre

Atlantide è ancora piena di cose e persone libere.
Atlantide insiste e presenta alla città frammenti della sua storia collettiva per un futuro debordante.

murales atlantide

:::Mercoledì 7 ottobre 2015:::

ore 8.00 Favolosa Colazione R-esistente & rassegna stampa

ore 20.30 Il Laboratorio Smaschieramenti (#l’hobbygay) presenta in assemblea la progettualità presente e futura: dalla consultoria queer all’Archivio/Centro di ricerca indipendente “Alessandro Zijno”

:::Giovedì 8 ottobre:::

ore 8.00 Favolosa Colazione R-esistente & rassegna stampa (e forse pure un pò di yoga)

ore 20.30 NullaOsta (#l’hobbypunk) presenta:
“Dal Virus all’Atlantide: punk, autogestione e contaminazione” con filmati “storici” di Atlantide

::: Venerdì 9 ottobre :::

ore 7.00 Favolosa Colazione & rassegna stampa

ore 12 “Atlantide a ruota libera”, azioni comunicative sulle ruote da Piazza Maggiore

::: Sabato 10 ottobre :::

ore 7.00 Favolosa Colazione & rassegna stampa

ore 12 “Atlantide a ruota libera”, azioni comunicative sulle ruote da Piazza Maggiore

::: Domenica 11 ottobre :::

ore 10.00 Dopo la campeggia queer che si è svolta ad Ozzano dell’Emilia dal 29 luglio al 2 agosto, il Sommovimento NazioAnale si incontra di nuovo in assemblea a Bologna
http://sommovimentonazioanale.noblogs.org/

[programma in aggiornamento]

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They Want Us to Drown, They’ll Make Us Overflow

The Slumber of Politics Produces Evictions

(Posted on by smaschieramenti)

It is clear by now how Bologna’s government has been taken over by the public prosecutor’s office. In the past few months, police have been investigating the municipal administration’s decision to grant the use of running water to residentially occupied buildings. We have witnessed an alarming  number of unjustified restraining orders placed on many local activists. The eviction notice which was scotch taped to Atlantide’s doors on Thursday October 1st gave us 5-days to clear the building. All of which fits perfectly well in this dismal picture.

Yesterday morning, Friday October 2nd, we interrupted the City Council’s Question Time meeting demanding a public and political response from the Mayor who had just signed the eviction notice. After our action, the Mayor candidly spoke to the press, admitting that, “This is no longer political. I am the Mayor, I cannot follow dreams: Now I have to evict you.”

Our needs-&-dreams are extremely different from those of an administration which practices pinkwashing by supporting civil partnerships while at the same time forcefully evicting those queers who practice autonomy and self-management (autogestione). An administration which fills its mouth with empty talk of “welcoming refugees” while at the same time beating those refugees who don’t comply with the city’s guidelines for “integration.” An administration which concedes agency to sexist, racist and homophobic subjects in public space (No 194, Northern League, Sentinelle), avoiding in each of these incidents, to face its political responsibility by hiding itself behind concepts of “legality” and “lawful procedures.” There is no such thing as a “democratic bulldozer.”

We know very well by now that “legality,” today’s rallying cry for parties left and right, is a continuation of politics “in disguise”: It is a way to hide the reactionary political aims behind the alleged neutrality of the law in order to outlaw all those forms of life which resist against the unrelenting processes of neoliberal assimilation.

In Bologna, which is an historical laboratory for privatization (sussidiarietà). For some time, the PD (Democratic Party) forced whatever kind of sprouting social initiative to become either a start-up venture or a service based on free labour. Atlantide has always refused these conditions. Our mobilization tried to unmask this logic; we forced the administration to sign a formal document in which Atlantide is acknowledged as a project based on self-management.  On this basis, one year ago, we decided to start a dialogue with the administration’s cultural sector. We saw the possibility to innovate new forms of the relationship between institutions and self-managed realities.

This dialogue has now been violently interrupted. The Mayor and his Council, whether they like it or not, will have to take responsibility for the violent closure of an historical space of fags, lesbians, trans*, and feminists. This is not going to be a smooth election for them.

Nevertheless, we are sure that whatever social services are so urgently intended to displace Atlantide will meet the same fate of those planned to replace the evicted occupation of Santa Marta, a pension and kindergarten, or of the study rooms in place of Bartleby in Via San Petronio Vecchio (to cite just a few recent examples): They will never exist. After our eviction, the building at Porta Santo Stefano will remain empty for years and years, or forever, just as has happened to all of the evicted occupations in this city.

Though they want Atlantide to be “freed from things and people” (verbatim from the eviction notice), they will find it full of free things and free people. Hordes of furious faggots, perverted feminists, warrior lesbians, unruly trans*, and unlabeled punks will flood every neighborhood.

Atlantide stays. Atlantide is everywhere.

Over the years we have come into contact with many political groups in Italy and elsewhere. We remain dedicated to fostering transfeminist, anticapitalist, d.i.y. activist networks on a national and transnational level. Whether you knew us before or you are just meeting us now your statements and expressions of solidarity with Atlantide and its fabulous, resilient inhabitants, and to the collectives that animate her, please do so by posting a statement on the Atlantide R-esiste Facebook page or by sending an email to atlantideresiste[at]gmail[dot]com. 

Needless to say, every expression of affection and solidarity is deeply appreciated and makes us stronger.

You are all invited to the upcoming events in defence of Atlantide:

Sunday Oct. 4th, “Never a last time! Party”, h 17-21, @ Atlantide, Piazza di Porta Santo Stefano 6;

Monday Oct. 5th, general assembly, h. 20.30, Palazzina della Biblioteca delle Donne, Via del Piombo 5.

Stay tuned on http://atlantideresiste.noblogs.org or Atlantide R-esiste Facebook page.

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Chi ci vuole affondare, ci farà debordare

Il sonno della politica genera sgomberi Continua a leggere

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Atlantide sotto sgombero

A breve uscirtà un comunicato delle Atlantidee. Stay tuned!

Qui il comunicato distribuito ieri in consiglio comunale.

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Questo l’avviso affisso sulla porta di Atlantide il pomeriggio di giovedi’ 1 ottobre, firmato dal sindaco Virginio Merola, proprio mentre incontravamo l’assessore alla cultura Alberto Ronchi per continuare a mettere a punto il progetto per il nuovo spazio.

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IN CULO SÌ, MA NON COSÌ (NO FUTURE)

 A volte, quando si gioca a scacchi, si può fare una mossa sola, anche se qui sembra di giocare al gioco dell’oca o al Monopoli dove all’improvviso ci si ritrova al Via.

A luglio del 2014, dopo che la nostra resistenza alla messa al bando del 2012 aveva allontanato la prospettiva dello sgombero evocato da due ordinanze del Comune, abbiamo firmato un preaccordo di collaborazione con la stessa (?) amministrazione: un atto formale che ha avviato un percorso, anche istituzionale, per individuare una sede idonea ai nostri progetti, non solo attuali (per quelli, la sede idonea l’avevamo già), ma anche futuri. Improvvisamente, ieri pomeriggio, mentre incontravamo l’assessore Ronchi per continuare a discutere del progetto su uno spazio in via del Porto, sulla porta di Atlantide veniva affissa un’ordinanza di sgombero firmata dal sindaco Virginio Merola, che intima ad ignoti occupanti di liberare il Cassero di Porta Santo Stefano entro le ore 8 di martedì 6 ottobre (sì, del 2015).

Abbiamo quindi subito pensato a un altro gioco: trova le differenze.

A) “Non ci sono motivi di ordine pubblico contingenti per uno sgombero”. “Non credo che Atlantide sia un caso da trattare come ordine pubblico, c’è un tema di diritti civili nella nostra città e siamo interessati a mantenere questo rapporto”. (Virginio Merola, 3 settembre 2014). “Non ho bisogno di fare bandi per la comunità lgtb, perché fa un servizio pubblico di interesse generale per la città” (Virginio Merola, Festa dell’Unità, 2 settembre 2015).

B) “RILEVATO che la necessità del Quartiere Santo Stefano di rientrare nella piena disponibilità della struttura per lo svolgimento di finalità istituzionali di interesse generale per la collettività non è più altrimenti rinviabile, INTIMA (…) di lasciare liberi i medesimi da persone e cose entro le ore 8.00 del giorno 6 ottobre 2015”, Virginio Merola, 1 ottobre 2015)

C) “Atlantide si tocca, ma solo per godere” (autrice ignota)

Ci rendiamo conto di non essere particolarmente originali, ma “per i motivi espressi in narrativa” – come recita l’ultima ordinanza – vogliamo chiedere a Merola di prendere UNA posizione: o noi siamo gli “occupanti delle cui generalità non si è a conoscenza”, o siamo quelle di cui “l’Amministrazione comunale riconosce il valore delle attività svolte” impegnandosi a “trovare una sede idonea alla loro migliore attuazione e per il loro sviluppo in città” (preaccordo di collaborazione, PGN. 204149/2014, 11 luglio 2014)

Non siamo disponibili a salpare senza avere un Porto e piuttosto che suicidarci in una vasca da bagno, preferiamo debordare nello spazio pubblico: Atlantide, del resto, è ovunque e comunque, nelle lotte transfemministe, queer e precarie.

Le Atlantidee

L’ultima volta non arriverà mai

 

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Atlantide in viaggio, oltre le colonne d’Ercole

Dopo diciotto anni, le Atlantidee sono pronte a salpare, oltrepassando le colonne d’Ercole verso il cuore della città, lasciando la propria terra d’origine. Stiamo ancora esplorando i mari, alla ricerca dell’approdo che ci consenta di sviluppare tutti i nostri progetti. Quelli che da sempre coltiviamo quotidianamente e quelli che sono nati e cresciuti proprio durante la difesa delle storiche mura di Atlantide, grazie alle energie accumulate nella mobilitazione nazionale degli affetti e della complicità contro il nostro sgombero. A dispetto di chi ha tentato di cancellare la nostra esperienza e di chi, ancora oggi, vorrebbe vederci scomparire.

Le condizioni stabilite per il nuovo insediamento sono precise: uno spazio più ampio, che possa ospitare contemporaneamente assemblee e laboratori, senza costringerci a cambiare la trama della nostra storia; una volta individuato lo spazio adatto, il trasferimento avverrà solo se e quando sarà funzionale e accogliente; non ci saranno bandi e nessun albo o nessuna associazione ci faranno da interfaccia giuridica.

Negli ultimi mesi del frontale conflitto esploso tra noi, Comune e Quartiere Santo Stefano nel 2011, sono accadute molte cose, alcune delle quali hanno sostanzialmente rafforzato il piano politico sul quale abbiamo scelto da subito di orientare la nostra r/esistenza creativa.

L’Operazione bando è stata clamorosamente azzerata, facendo saltare con sé anche il piano del ricatto legalitario, magistralmente rappresentato dalle due ordinanze firmate dal Comune durante la scorsa primavera2. Nel percorso di resistenza, anziché limitarci alla difesa dell’esistente e delle mura di Atlantide, abbiamo preferito rovesciare all’esterno il loro contenuto, esponendo il politico là dove si presume esso sia estraneo: nei corpi, negli affetti, nel sesso, nella produzione culturale, nella politica delle soggettività. In questo senso, smantellare l’operazione bando ci ha consentito di esporre i meccanismi, normalizzanti dei corpi e dei saperi, prodotti da un sistema tecnopolitico che cerca di scaricare le proprie responsabilità dietro la presunzione di un agire razionale.

A luglio, dopo una serie di incontri con il settore Cultura, abbiamo firmato un preaccordo nel quale, per la prima volta in un documento formale, veniamo indicate per quello che siamo: una libera formazione sociale con modalità di gestione autonome. Si è trattato di un primo passo nella direzione che avevamo già indicato ad aprile, quando abbiamo sciolto le associazioni e ci siamo impegnate nel percorso del Comitato per la promozione e la tutela delle Esperienze sociali autogestite. La stagione di “legalizzazione” dei centri sociali, infatti, inaugurata dal sindaco Guazzaloca all’alba del terzo millenio, era stata fondata su un espediente: ricondurre la propria esperienza di autogestione nell’alveo delle possibilità stabilite dal regolamento per l’affido degli spazi pubblici, costituendosi in associazione e iscrivendosi al relativo albo comunale. Un percorso che sembrava offrire garanzia di continuità ai progetti costantemente esposti all’emergenza delle minacce di sgombero, ma che per Atlantide, scaduta la convenzione nel vuoto politico del commissariamento, ha piuttosto segnato proprio l’inizio della contesa sullo spazio.

Nei mesi che abbiamo di fronte, vogliamo provare a scrivere una nuova pagina. Il rifiuto della delega e della rappresentanza che stanno alla base dell’autogestione, infatti, non trova alcun riscontro negli istituti associativi attualmente previsti: uno degli obiettivi del Comitato è proprio quello di “innescare un processo di innovazione giuridica” per il “riconoscimento dell’assemblea come unico luogo decisionale della responsabilità collettiva”.

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“La finestra sulla piazzetta”: doppia morale neoliberale e frocizzazione dello spazio pubblico.

L’ultima invenzione impolitica e pseudogiornalistica contro Atlantide, che per comodità riassumeremo nella formula “pornosesso all’aperto“, ha tutti gli ingredienti per tenere banco e surclassare le precedenti e meno convincenti puntate: roba tipo “una cellula di terroristi tiene in ostaggio il quartiere” e “Angelino manda l’esercito“.
Qui, infatti, siamo più dalle parti de “La finestra sul cortile”, fortunato topos del cinema non solo hitchkochiano. Senonché, mentre Jeff, il fotoreporter protagonista del film, scopriva femminicidi dalla sua sedia a rotelle, non è chiaro cosa incolli davvero alle finestre con così tanta attenzione quegli anonimi residenti che denunciano festini a luci rosse nei parcheggi attorno ai casseri di Santo Stefano. Lungi da noi condannare il voyeurismo, nobilissima “perversione”  di secolare tradizione che, in forme decisamente più raffinate, tanto ha dato alla letteratura e al cinema.

La_finestra_sul_cortile

Tuttavia, al di là dell’aspetto puramente ridicolo della vicenda, vorremmo sottolinearne alcuni effetti grotteschi e paradossali, provando a sorvolare sul fatto che per una tale mole di “fatti” non viene fornita nessuna data, immagine o “prova” circostanziata.
Del resto, quando il voyeur “vede”, cos’è che vede? O meglio, quando vede, cosa crede di vedere, cosa proietta? Perché in questo caso, ci pare, è proprio di proiezione che si tratta: sulla “scena” (marciapiedi e piazzette) si materializzano tutto l’immaginario pornografico mainstream e tutti gli stereotipi associati alle sessualità “trasgressive” e non normative. La sessuofobia funziona così da sempre, proiettando sull’Altro “mostruoso” le parti eccedenti della propria sessualità normata.
Ci pare, infatti, che l’obiettivo inconsapevole dell’associazione giornalistica tra “rapporto sessuale completo”, “preservativi usati” e “deiezioni umane” sia in realtà il sesso anale (1): quell’innominabile analità che turba e rende insonni i cittadini per bene in quanto pratica non-riproduttiva e che ha il potenziale di decostruire  la maschilità (un maschio che lo prende in culo che maschio è?). Siamo di fronte, quindi, a un caso letterale di omofobia, in cui il motore dell’ansia sociale è proprio la paura irrazionale per la sessualità omo?

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Il video della corale Atlantidea a CoraZone

La Corale Atlantidea in gran (s)polvero a CorAzone 2014 – Internazionale dei cori sociali alla Scuola Popolare Di Musica Ivan Illich.
Dopo la spiega 01:16 in:
02:48 La canzone delle mondine queer
03:42 Fasullo
07:45 Tacchi rotti
10:38 Nessuno ci può sgomberare

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L’antifascismo non è una convenzione. Per uno sciopero dell’autogestione.

Vogliamo essere subito molto chiare: se l’amministrazione comunale crede che la minaccia di revocare le convenzioni stipulate con alcuni spazi sociali autogestiti cittadini possa funzionare come controllo repressivo del dissenso sociale e politico in questa città, o sia utile a segnare i “buoni” e i “cattivi” sulla lavagna dell’ipocrisia benpensante, si sbaglia di grosso.
L’ordine del giorno che è stato votato durante il Consiglio comunale di lunedì, frutto dell’ennesima “larga intesa” tra PD e centrodestra, è quanto di più antidemocratico possa essere partorito da un’istituzione che dovrebbe invece rappresentare una città che non solo è Medaglia d’Oro per la Resistenza, ma che è anche stata fatta ripetutamente oggetto della violenza stragista di matrice fascista.
In quella seduta del consiglio, surrealmente trasformata in aula di tribunale, poche parole e nessun atto di “fermezza” è stato riservato all’oscena sfilata razzista del partito neonazista di Forza Nuova, avvenuta nelle stesse strade-vetrina del centro cittadino in cui le forze dell’ordine erano invece impegnate a spaccare teste e braccia e a fare arresti tra gli antifascisti e le antifasciste. Una vergogna che quell'”atto di indirizzo” porta all’estremo: perché mentre si continua di fatto a garantire agibilità politica agli amici degli stragisti, si è invece scelto di criminalizzare una rilevante parte attiva di questa città. Che, paradossalmente, è proprio la stessa parte di città alla quale lo stesso Comune “delega” quotidianamente la gestione di emergenze, interventi sociali e servizi a cui non vuole e/o non è più in grado di fare fronte. Continua a leggere

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